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100 ANNI

Immagine del redattore: utamaro1971itautamaro1971ita

14 maggio: gli storici penseranno alla nomina del re Sole al trono di Francia, i medici alla prima vaccinazione antivaiolo, i cantanti alla morte di The Voice; noi produttori di vino invece pensiamo alla nascita del primo consorzio italiano di tutela e valorizzazione del territorio vitivinicolo, quello del Chianti Classico. E per festeggiare i 100 anni è stato organizzato un convegno nella splendida cornice di Palazzo Vecchio. I lavori vengono aperti da Presidente Manetti, che ricorda la lungimiranza dei 33 padri fondatori e promuove il tema principale del convegno dal titolo "Back to the future", la sostenibilità, declinata a livello ambientale, sociale, economico e culturale: la volontà che accomuna i soci nel voler lasciare a figli e nipoti il territorio possibilmente in modo migliore di come l'hanno trovato. È poi la volta del ministro dell'agricoltura Lollobrigida, che in un bellissimo discorso ricorda un altro anno storico per noi fiorentini, il 1865, ai tempi di Firenze capitale, quando il 14 maggio all'arrivo del re ebbe luogo la prima festa nazionale del regno all'insegna di unità ed identità; il discorso prosegue con gli auguri per i 100 anni del consorzio del Chianti, e con i conseguenti rumors dalla sala gremita: se anche il ministro, che dovrebbe essere il massimo esperto, si dimentica la parola classico, riaprendo un'annosa questione, come faremo noi produttori a spiegare la differenza tra Chianti e Chianti Classico ai consumatori?


E’ poi la volta del Sindaco Nardella che, non potendo essere presente a fare gli onori del padrone di casa, invia un bel videomessaggio in cui, dopo aver citato la formella del Vasari con ritratto il gallo nero (e molti occhi si alzano al soffitto in cerca del dipinto con il simbolo storico della denominazione) sottolinea il legame tra Firenze ed il Consorzio del Chianti Classico, a partire dalla Collection, ormai divenuta appuntamento fisso alla Leopolda, fino al gemellaggio con la regione francese dello Champagne; infine termina il discorso con il riferimento alla candidatura Unesco e con la possibilità che quindi il nostro territorio tanto amato diventi patrimonio dell’umanità.

Il convegno prosegue con l’intervento dell’Assessore allo sviluppo economico Bettarini, che riprende il tema della lungimiranza, citando quella del Granduca Cosimo III de’ Medici, il quale nel 1716  decise di delimitare con un bando, per la prima volta nella storia, il nostro territorio poiché  particolarmente vocato alla produzione di vini di alta qualità; ed infine sottolinea l’attenzione che i viticoltori pongono nel proprio lavoro, nello stesso modo in cui si cura il proprio giardino.

La parola passa fuori regione, al Presidente del Consorzio Barolo Ascheri che, stufo del termine sostenibilità, propone l’uso della parola “rispetto”, verso l’ambiente e verso coloro che ci lavorano e ci vivono; presenta poi i loro progetti per la difesa e valorizzazione del loro territorio.


Dopo gli amici del Piemonte la parola passa fuori Italia, al Prof. Igrejas, presidente dell’Istituto del Porto; ma io purtroppo ho fatto la splendida e non ho preso gli auricolari per la traduzione simultanea, per cui l’intervento in portoghese rimarrà un mistero.

E non posso sentire gli altri interventi perché si è fatta l’ora di andare, mi devo  dedicare al mio lavoro principale, quello di mamma!

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